D'Annunzio e i legionari Fiumani: chi erano e quali erano i loro ideali
Nel 1919, dopo la Prima Guerra mondiale, in seguito alla vittoria dell'Italia molti rimasero delusi dal fatto che il trattato di pace non avesse assegnato all'Italia anche la città di Fiume. Alcuni reparti ribelli del Regio Esercito italiano (in particolare quello dei Granatieri, Bersaglieri, cavalleggeri e Arditi), insieme alle forze armate fiumane, presero la città il 12 settembre 1919 sotto il comando di D'Annunzio.
Lo scopo di D'Annunzio era quello di annettere Fiume all'Italia, e presumibilmente, questo era il sentimento maggiormente diffuso tra i suoi militari, fatta forse eccezione per i membri delle forze armate fiumane tra cui c'erano sicuramente degli indipendentisti.
Spesso si sente dire che i legionari di D'Annunzio, e lo stesso poeta, fossero fascisti. In realtà analizzando fonti e commenti degli storici la situazione è quanto meno più complicata di così. Certamente questa forza militare era composta da persone diverse, che avevano come proprio ideale quello di riscattare il nome dell'Italia andando a prendersi qualche cosa che, per loro, gli era stato illegittimamente negato. E sicuramente ci saranno state delle persone che in futuro avranno abbracciato l'ideale fascista. Ma, non erano di certo la maggior parte, e cercherò di spiegarvi come mai.
Come prima cosa va detto che, sebbene il Vate avesse aderito ai Fasci Italiani di Combattimento, non si iscrisse mai al Partito Nazionale Fascista(*Carlino 1986). Presumibilmente aderì alla prima associazione per avere quegli appoggi politico-economici necessari per la sua impresa. Successivamente la situazione fu ancora più chiara quando nel 1937, all'inizio della deriva verso un regime dittatoriale Mussolini ricopre di soldi e di onori D'Annunzio, in cambio del suo silenzio nel manifestare il disprezzo verso questa forma di governo (*Serge: Le droghe di D'Annunzio). Tra il 1937 e il 1938 arriverà a esprimere apertamente il suo disprezzo per l'avvicinamento Italiano al regime nazista.(*Mieli In guerra con il passato"). E per questi motivi fu tenuto segretamente sotto controllo dal governo fascista.
E i suoi legionari? I suoi legionari dell'impresa di Fiume, come anticipato inizialmente, avevano gli stessi ideali del loro Comandante. Tanto è vero che nell’aprile 1923 la Federazione dei Legionari, i sindacati di ispirazione dannunziana e l’Associazione arditi d’Italia si misero assieme nell’Unione spirituale dannunziana, con l’obiettivo dichiarato di resistere al fascismo e di fondare una costituente sindacale ispirata a quella costituzione utopistica che aveva preso il nome di Carta del Carnaro.(*Giordano Bruno Guerri; F. Perfetti)
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